DHARMA – LE ORIGINI
Non è il mio Dharma.
Una frase che, nella sua semplicità, emana una forza incredibile, una sicurezza incrollabile e una solidità nel perseguire la propria via.
Ma che cos’è il Dharma? Vediamolo insieme!
Dharma [durh – muh]
Letteralmente “Ciò che tiene insieme”, dalla sua radice DHR “mantenere, stabilire, supportare”. Rappresenta la base di ogni ordine, sociale o morale, di tutte le leggi fisiche, psicologiche e morali che regnano nell’universo. Rappresenta anche gli obblighi e responsabilità di ogni essere. Es: Il Dharma del fuoco è bruciare.
Dharma è un concetto spirituale che ha almeno 16 definizioni diverse, in quanto è presente in tante filosofie / religioni orientali.
IL Dharma nei VEDA
Partendo dal suo significato letterale, il termine Dharma deriva dal sanscrito ed è stato tradotto con diversi vocaboli, tra cui: “legge”, “dovere”, “modo giusto in cui le cose scorrono”.
La sua radice “dhr” significa “verità, base, giusto”, ma nella sua forma più antica “DHARMAN” appare spesso accanto alla sillaba “RTA” che rappresenta l’Ordine Cosmico a cui tutto si rifà.
Iniziamo quindi il nostro viaggio alla scoperta del DHARMA da questa sua prima definizione in collegamento col concetto di Ordine Cosmico, e quindi affrontiamo i VEDA: il primo testo in cui si parla di DHARMA, nonchè il più antico testo religioso dell’India che raccoglie la spiegazione articolata della religione più antica Indiana, ovvero il VEDISMO da cui poi nascerà l’INDUISMO.

Accenni al VEDISMO
Il VEDISMO è un politeismo complesso in cui le divinità operano su 3 livelli funzionali: Sovranità, forza e ricchezza (quest’ultima intesa anche come fecondità).
Le divinità principali sono Mitra e Varuṇa per il primo livello, Indra per il secondo, i due Aśvin (con un nome più antico Nāsatya) per il terzo.
Mitra e Varuṇa sono custodi del regolare ritmo del cosmo, lo ṛtá, che è la norma universale della vita cosmica e anche dell’operare dell’uomo. Lo ṛtá implica una solidarietà magica tra la sfera naturale e l’operare umano, per cui esiste un vero e proprio l’ordine rituale che ‘sostiene’ e incrementa quello cosmico. Pensate che ogni infrazione si ripercuote automaticamente sul trasgressore e sul mondo esigendo una riparazione (anch’essa strettamente rituale).
L’ordine del mondo è difeso al secondo livello, con la forza del combattimento di Indra contro le potenze del caos.

Nei VEDA la parola ‘dharma’ ricorre 60 volte, riferendosi principalmente a riti religiosi che mantengono un ordine nel mondo “umano” che a sua volta assicura l’equilibrio e l’ordine cosmico.
L’Ordine Cosmico è quindi ciò che sostiene il mondo e gli impedisce di collassare, con l’aiuto delle divinità e delle persone che le venerano.
Dharma nell'Induismo
Un secondo riferimento al Dharma lo troviamo nell’Induismo, che derivando dalla cultura vedica propone una definizione molto simile.
Qui il Dharma è l’insieme di tutte le azioni “giuste” che permettono al mondo di mantenere un ordine e un equilibrio.
Pensando al contesto indiano in cui si sviluppa questo concetto, ovviamente capiamo subito che vi era una necessità di andare più nello specifico, per supportare le regole sociali e le gerarchie di casta.
Il Dharma universale si riflette quindi sugli individui e sul loro Karma, diventando un vero e proprio “dovere” atto a mantenere l’ordine Cosmico, che si riflette anche nelle regole sociali (ad esempio l’appartenenza alle caste e le relative azioni permesse e vietate).
Nacque quindi per l’induismo il “Dharma personale” che varia in base all’età, al mestiere, al ruolo nella società e ovviamente al suo genere.
È meglio adempiere il proprio dharma anche se senza merito (e in maniera imperfetta), che fare bene il dharma di un altro. Chi compie il dovere prescritto dalla propria natura innata non commette peccato.
(Bhagavadgītā, XVIII: 47[1])

Il testo più famoso che spiega proprio questo concetto induista di Dharma si trova nella Baghavag Gita, uno dei testi sacri Induisti, in cui si racconta il dialogo tra Vishnu (la divinità suprema) e il soldato Arjuna, in cui quest’ultimo si ritrova a dover combattere una guerra contro il suo popolo e la sua famiglia e ovviamente ha dei rimorsi a riguardo e non vorrebbe farlo.
Vishnu lo sollecita ricordandogli che essendo lui un soldato, combattere è il suo Dharma. Ma soprattutto gli ricorda che È meglio adempiere il proprio dharma anche se senza merito (e in maniera imperfetta), che fare bene il dharma di un altro. Chi compie il dovere prescritto dalla propria natura innata non commette peccato.
Il Dharma induista, quindi è un concetto “personale” ma legato comunque a fattori esterni non decisi dalla singola persona (casta, sesso, età).
Il Dharma personale non si può scegliere o modificare, non si può contestare nè si può pensare di seguire il Dharma di un’altra casta sebbene magari più incline alle caratteristiche individuali.
Il Dharma nel Buddhismo

Una delle definizioni di Dharma più affini al mio modo di vivere, la troviamo nel Buddhismo, in cui il concetto di Dharma assume più significati.
I Buddhisti, come i Gianisti, si appropriarono del concetto di Dharma, dandogli un significato più correlato alla coscienza individuale, allontanandosi quindi dalla visione vedica o induista di legge imposta dall’esterno.
Questo fece ovviamente scattare una risposta molto forte da parte del Vedismo, che sosteneva fosse molto pericoloso lasciare un concetto come il Dharma in mano ai singoli ed alla ragione, in quanto il Dharma è un insieme di rituali che possono essere appresi soltanto dai Veda e servono per mantenere l’ordine cosmico, compreso lo status quo sociale e religioso.
In questo terreno di scontri, nasce e si evolve il concetto di Dharma Buddhista, ovvero l’unione di tutti gli insegnamenti del Buddha a partire dall’origine della sofferenza fino alla via dell’Illuminazione.
Per comprendere questo concetto è bene fare una premessa: per il Buddhismo la sofferenza in questa vita è causata dalla non conoscenza, avidya, e dall’illusione, maya, cioè dall’inganno che il corpo e gli oggetti materiali siano tutto ciò che esiste e dalla falsa credenza di essere separati gli uni dagli altri e dal divino.
Applicando gli insegnamenti del Buddha, e quindi il Dharma, si può comprendere qual è la causa delle sofferenze dell’umanità, ovvero il desiderio e l’attaccamento ai beni materiali e si può raggiungere la liberazione.


Come applicare il Dharma?
Il Buddhismo ci viene incontro con una vera e propria “scaletta” da seguire, rappresentata dalla “Ruota del Dharma” o Dharmachakra, che a sua volta rappresenta il Nobile Ottuplice Sentiero Buddhista, composto da:
- Corretta Visione
- Corretta Parola
- Corretta Intenzione
- Corretta Azione
- Corretta Sussistenza
- Corretto Sforzo
- Corretta Concentrazione
- Corretta presenza mentale
Dharma come Percorso di introspezione
Ma il Dharma senza la sua applicazione reale sarebbe solo un insieme di regole che, per quanto perfette, non potrebbero mantere l’Ordine Cosmico.
La pratica del Dharma è in primo luogo la pratica del Dhyana, meditazione, una pratica introspettiva che consiste nell’arte di osservare con attenzione e distacco e di contemplare tutto ciò che accade dentro e fuori di noi senza giudizi o pregiudizi: osservare la mente, il corpo, le emozioni e tutto ciò che ci è dato di sperimentare nel momento presente. Osservare in modo lucido e non giudicante ciò che accade dentro e fuori di noi è la base per un percorso di autentica crescita e di liberazione personale lungo la via del Dharma.
Quindi tornando al nostro Dharma, perchè mi trovo così vicina al concetto Buddhista rispetto ai due citati prima? Perchè in questa versione il Dharma ci porta all’osservazione di un percorso che và a destrutturare il nostro istintivo e fuorviante approccio alla realtà, ci libera in particolare dai cinque “veleni mentali” in cui si radica ogni forma di male e di dolore: odio, attaccamento, invidia, orgoglio e dubbio, portandoci alla retta esistenza.
Ma siamo noi a scegliere di seguire questo percorso, non è imposto o ereditato in base a fattori esterni. Il Dharma è la chiave per comprendere la realtà e siamo noi a scegliere di seguirlo.
Ti aspetto nel prossimo articolo per parlare del Dharma Personale, da un punto di vista Yogico e per raccontarti il MIO Dharma.